domenica 25 ottobre 2020

☆ Recensione ☆ Kiran M. Hargrave - Vardø. Dopo la tempesta



1617, Norvegia nordorientale. In una funesta vigilia di Natale, il mare a Vardø si è improvvisamente sollevato e una folgore livida ha sferzato il cielo. Quando la tempesta si è acquietata in uno schiocco di dita, così com'era arrivata, le donne si sono raccolte a riva per scrutare l'orizzonte. Degli uomini usciti in barca non vi era, però, nessun segno. Quaranta pescatori, dispersi nelle gelide acque del Mare di Barents. 

Alla ventenne Maren Magnusdatter, che ha perso il padre e il fratello nella burrasca, e a tutte le donne di Vardø non resta dunque che un solo compito: mettere a tacere il dolore e cercare di sopravvivere. Quando l'inverno allenta la presa e le provviste di cibo sono quasi esaurite nelle dispense, le donne non si perdono d'animo: rimettono le barche in mare, riprendono la pesca, tagliano la legna, coltivano i campi, conciano le pelli. Spinte dalla necessità, scoprono che la loro unità può generare ciò che serve per continuare a vivere. L'equilibrio faticosamente conquistato è destinato, però, a dissolversi il giorno in cui a Vardø mette piede il sovrintendente Absalom Cornet, un fosco e ambiguo personaggio distintosi, in passato, per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria. Absalom è accompagnato dalla giovane moglie norvegese, Ursa, inesperta della vita e terrorizzata dai modi sbrigativi e autoritari del marito. A Vardø, però, Ursa scorge qualcosa che non ha mai visto prima: donne indipendenti. Absalom, al contrario, vede solo una terra sventurata, abitata dal Maligno. Un luogo ai margini della civiltà, dove la popolazione barbara dei lapponi si mescola liberamente con i bianchi e dove una comunità di sole donne pretende di vivere secondo regole proprie.

Genere: Fiction storica | Editore: Neri Pozza

Data pubblicazione: 02/07/2020

Recensione:

🌟🌟🌟🌟


"La burrasca arriva in uno schiocco di dita. Così ne parleranno per mesi e negli anni a venire, quando smetterà di essere un dolore sordo dietro agli occhi e un'opressione alla base della gola. Quando infine entrerà nelle storie. Ma nemmeno così si potrà spiegare com'è stata davvero."

 

"Vardø é un'isola, il porto sembra un morso staccato da un lato, per il resto la costa è troppo ripida o troppo rocciosa per mettere in mare le barche."


Maren è una delle abitanti del posto. Vive insieme alla cognata incinta, Diinna e Mamma, ed è la sposa promessa di Erik. Le sue notti sono tormentate da incubi, come presentimenti che qualcosa di grave sta per accadere.  Nonostante l'angoscia, Maren non ne parla con nessuno. Nemmeno quando le sue paure iniziano ad averrarsi: gli uomini del paese vengono travolti da una tempesta mentre sono sul mare. Nessuno di loro sopravvive. 


"A volte Maren si domanda se non sia stata lei a chiamare quella vita, con il suo desiderio di restare sola con Diinna e Mamma. Perché anche se Kiberg è vicina e Alta non troppo lontana, nessun uomo è venuto ad abitare con loro. Karen voleva del tempo con altre donne, e adesso tutti i suoi giorni sono così. Comincia a immaginare che Vardø potrebbe andare così per sempre: un posto senza uomini, che pure sopravvive."

 

Nonostante il dolore per la perdita dei compagni, figli e mariti, le donne lavorano per assicurarsi il pane quotidiano: coltivano i campi, vanno a pesca, vendono peli, raccolgono erbe o muschio fresco.


"Ciascuna di loro ha qualche capacità e li utilizza, si intrecciano e si sostengono a vicenda come una precaria scala a pioli in cui ogni elemento si aggiunge all'altro." 

 

La loro vita non sarà mai come prima e l'arrivo del nuovo sovrintendente Absalom non facilita le cose. È un uomo severo, sposato di recente con la figlia di  , e si rivela essere un cacciatore di streghe. 

Ursa Cornet, sorella maggiore di Agnete, è stata costretta a lasciare la casa dove viveva con la sua famiglia a Bergen e seguire il marito a Vardø. Una volta sbarcata nel paese, la sua vita di prima sarà solo un bel ricordo: sperimenterà il freddo, lo sporco, la solitudine, la vita umile, i giudizi della gente, l'inadeguatezza. 


"Il paese le fa lo strano effetto di essere accalcato e sparpagliato allo stesso tempo: si  raggruppa e poi si disperde, il terreno sembra a disagio fra le costruzioni di pietra e legno, di zolle erbose e fango. Absalom non le ha raccontato praticamente nulla della cittadina, solo che ha subito i danni peggiori della burrasca e che adesso è un posto di sole donne. Lei aveva fantasticato di solidarietà tra donne ma adesso dubita che qui ci sia posto per lei."

 

"Vorebbe saper scrivere, per mandare una lettera al padre. Gli racconterebbe che Vardø non è per niente bella, è un'isola piena di sospettose donne in lutto, alcune delle quali non vanno nemmeno in chiesa. Che fa freddo nonostante sia estate, e che il sole non tramonta mai. Non hanno una casa degna di un sovrintendente, anzi, farebbe fatica anche lui a chiamarla casa, è solo una stanza con le rune incise sulla porta, perché prima ci tenevano i morti."

 

Maren e Ursa, pur essendo diverse, si sentono legate da qualcosa che non si riescono a spiegare. Il loro incontro sarà di conforto per entrambe, e solo quando stanno insieme si sentono a loro agio. La signora Cornet si deve ambientare alle condizioni difficili del posto e Maren diventa la sua spalla, la sua amica, l'aiuto in casa e nelle faccende domestiche. Col tempo, il loro legame diventa molto più simile all'amore che a una semplice complicità. 


"Nemmeno la disapprovazione materna potrebbe tenerla lontana da quella casa, da Ursa. È la prima amica che Maren riesce ad avere da anni, e la durezza della vita a Vardø non l'ha ancora guastata. Anche prima della burrasca, nessuna di loro aveva la sua dolcezza."

 

L'arrivo del nuovo sovrintendente è una seconda tragedia, dopo la perdita degli uomini. Le donne del paese vengono controllate, studiate e giudicate come streghe, grazie alle continue indagini del marito di Ursa e i suoi superiori. La vera natura di Absalom mette in guardia anche la stessa moglie, ormai dalla parte delle donne di Vardø. 


"Prima di scivolare fra le lenzuola pulite, si inginocchia accanto al letto, come facevano sempre lei e Agnete, recita una preghiera per Christin dallo sguardo triste, per Maren, da qualche parte là fuori al buio, e per se stessa. E per quanto possa sembrare un'innominabile blasfemia, per Elspeth Reoch, morta per mano di Absalom. Strega o non strega, una morte da non augurarsi mai a nessuno."

 

"Dopo la tempesta" è un racconto ricco di descrizioni, di tradizioni e credenze, un salto temporale in un posto sperduto, dove la storia ha segnato per sempre la vita dei suoi abitanti. Una caccia alle streghe come ragione di vita, un amore proibito tra due donne che percorrono per breve tempo la stessa strada. 

L'unica nota dolente è il finale troppo brusco, tagliando di colpo la successione degli eventi e lasciando domande in sospeso. Ad ogni modo, rimane una lettura coinvolgente, inquietante e intensa, ispirata da eventi realmente accaduti. 



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