domenica 27 settembre 2020

☆ Recensione ☆ Michela Murgia - Accabadora



Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come "l'ultima".

Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia". Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.


Genere: Narrativa storica

Editore: Einaudi | Data pubblicazione: 26/05/2009


Recensione:

🌟🌟🌟🌟🌟


"Eppure in tredici anni che visse con lei,  nemmeno una volta Maria la chiamò mamma, che le madri sono una cosa diversa."

 

Maria è la quarta figlia di Anna Teresa Listru, vedova di Soreni. La chiamano "l'ultima". A causa delle condizioni precarie della sua famiglia, viene affidata a Tzia Bonaria, un'anziana senza marito e senza figli. Grazie a lei, Maria imparerà l'arte del cucire, guardando la bravura della signora mentre fa da sarta per tutta la gente del paese. 


"Cuciva per molte ore di seguito, e una stanza della casa era sempre piena di scampoli e stoffe. Venivano donne a prender misure di gonne e fazzoletti, ma qualche volta anche uomini per calzoni e camicie da festa."

 

La piccola della casa si impegna nello studio, oltre ad aiutare Tzia. La vita ora è migliore e presto si affeziona alla donna che le fa da madre. L'unico mistero riguardo Bonaria è quando Maria la sente uscire di notte, senza spiegazioni, per poi tornare all'alba. 


"L'anziana sarta si era comportata da subito come se la creatura le fosse nata dal grembo, lasciando circolare Maria per casa quando veniva qualcuno in visita, ovunque portandola con sé ovunque si recasse, in modo che la gente potesse ingozzare fino a strozzarla la propria famelica curiosità sulla natura di quella filiazione elettiva."

 

"Mariedda", come viene chiamata dalla sua madre adottiva, non ha cessato i rapporti con la sua famiglia d'origine e non ha mai dimostrato rancore verso i suoi radici. È una ragazza intelligente, sveglia e responsabile, e la Tzia l'accetta così com'è. Il loro legame viene spezzato dopo la morte prematura di Nicola, il fratello maggiore del suo amico Adría. Una rivelazione sconvolgente rievoca le assenze di Bonaria durante la notte, i suoi segreti più bui. 


"Maria aveva smesso da tempo di interrogarsi sulle misteriose uscite notturne dell'anziana madre adottiva, ma ora quella dimenticanza le tornava addosso come un elastico di fionda, e bastava insinuarle il dubbio che Bonaria Urrai avesse qualcosa di grave da nasconderle."

 

"Aveva vissuto per anni con Bonaria convinta di essere andata a pareggio con le sue due nascite, una sbagliata e però anche una giusta, ma ora i conti le apparivano pieni di errori e cancellature, lasciandola ancora una volta fuori, come un testo avanzato."

 

Decide quindi di allontanarsi dal suo paese e rifarsi la vita altrove, grazie all'aiuto della sua insegnante. Ma il destino la richiama a casa, e Maria capirà le scelte della donna che l'ha cresciuta solo quando si saluteranno per l'ultima volta. 

"Accabadora" racconta pezzi di vita modesti, tradizioni e credenze. Descrive in parole semplici, ma ricche di significato, la nascita di un rapporto profondo, l'intesa e la complicità di due persone che si sono scelte apprescindere dal legame di sangue. Racconta i sacrifici, la povertà, il dolore causato dalla perdita delle persone care, il peso delle scelte fatte controvoglia, i traumi dell'infanzia. Una storia che rimane impressa e lascia un sapore amaro. 


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