Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce.
È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra. Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili.
Genere: Narrativa / Romanzo rosa
Editore: Garzanti | Data pubblicazione: 07/11/2013
Recensione:
🌟🌟🌟🌟
"Le uniche vie d'uscita da una comunità alloggio come quella era scappare, diventare maggiorenni o finire in un carcere minorile. Dopo una certa età non ti adottavano più, e accadeva raramente di tornare a casa, ammesso di averne una. Quelle ragazze sapevano cosa le aspettava, e nei loro occhi si leggeva solo la paura: di me, delle compagne, della vita che si erano meritate o ritrovate a vivere per caso."
Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata dalla nascita, ha dovuto accettare come casa le comunità minorili, dove tornava dopo ogni tentativo fallito di far parte di una famiglia. Non conosce l'affetto, l'amicizia, l'empatia, la gratitudine, l'amore. Le attenzioni e le carezze la mettono a disagio. Preferisce la solitudine e le passeggiate nei parchi o nelle biblioteche, dove studia continuamente il linguaggio dei fiori. La sua unica passione diventa un lavoro, grazie alla donna che sarà un pilastro fondamentale nella vita della giovane adolescente, Renata.
《Ti ricordi la mattina del nostro primo incontro?》
《Mi porgesti quei fiori come se dovessi scusarti, anche se non avevi fatto niente di male, anche se la tua composizione era la più vicina alla perfezione che avessi mai visto. In quel momento capii che ti sentivi indegna e imperdonabilmente sbagliata.》
Nella sua esistenza tormentata, sia da bambina che da maggiorenne, Victoria ha avuto un'unica persona di riferimento che è riuscita ad avvicinarsi all'immagine della madre: Elisabeth. Grazie a lei ha imparato nuovi metodi di studio, la cura delle vigne, il significato dei fiori.
"...confrontai mentalmente la mia tranquilla esistenza insieme a lei con tutto quello che mi era capitato prima: famiglie numerose, case rumorose, servizi sociali, città caotiche, relazioni violente. Non volevo più tornarci. Elisabeth mi piaceva. Mi piacevano i suoi fiori, le sue viti e la sua capacità di concentrazione. D'un tratto mi resi conto che avevo finalmente trovato un posto dove volevo rimanere."
Per la giovane orfana nulla è facile o scontato. L'istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e la divide dal resto del mondo. Conosce Grant, un ragazzo timido, riservato e molto simile a lei. L'amore per i fiori e il loro significato diventa il loro linguaggio, un legame che porterà Victoria a combattere con i propri limiti e le paure. Ma lei non crede nell'amore, non crede di meritarselo.
"...vedevo nei suoi occhi un'espressione di completo appagamento che non era corrisposto nei miei. La vera, indegna me stessa era lontana dal suo abbraccio, nascosta al suo sguardo ammirato. Anche i miei sentimenti per lui non trasparivano mai è così cominciai a immaginare che il mio cuore fosse racchiuso in un guscio dalla superficie liscia e dura, impenetrabile."
Victoria è l'emblema della bambina di nessuno, che ha dovuto lottare per sopravvivere. Durante il percorso verso la stabilità di una famiglia, le sue scelte sono insolite, ribelli, stupiscono e fanno arrabbiare. Prima di farsi amare, la protagonista si fa spesso odiare per il suo carattere particolare.
La scrittrice descrive la cruda realtà dei orfanotrofi e le conseguenze fuori dalle loro mura, il drama di una famiglia segnata dal dolore e dalle incomprensioni, l'amore senza vincoli, che aiuta a crescere e accettare la natura del prossimo.
"I muschi crescono senza radici."
Ho trovato molto interessante l'usanza vittoriana come linguaggio non-verbale, poco conosciuta ma che dona un significato aparte ai fiori e ai loro messaggi.
Una storia che sorprende, intriga e suscita forti emozioni. Una lettura che fa riflettere e lascia un'impronta nella memoria del lettore per i temi delicati che tratta: le comunità minorili, la povertà, la maternità. Una vita diversa, ma simile a tante altre.
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